I disturbi dell'alimentazione più diffusi sono:
L'anoressia nervosa si manifesta con un'assidua ricerca della magrezza e con un timore maniacale dell'obesità. Questo porta ad una percezione della propria immagine corporea distorta e una restrizione del cibo ingerito che portano a una significativa perdita di peso.
L'anoressia nervosa nella maggior parte dei casi si verifica in donne giovani. Tipicamente insorge
durante l'adolescenza e raramente dopo i 40 anni.
Negli ultimi anni si è verificato un aumento dei casi anche nelle altre tipologie di persone, soprattutto
nei soggetti maschili.
Vengono classificate due tipologie di anoressia nervosa:
Le cause mediche dell'anoressia nervosa non sono molto conosciute.
Oltre al
sesso femminile e alla giovane età non sono mai stati identificati molti altri fattori di rischio.
In genere nell'occidente l'obesità è considerata esteticamente svalutante e dannosa per la salute.
Probabilmente poi vengono coinvolti fattori sociali e soprattutto familiari. Tanti pazienti
appartengono a classi socioeconomiche medie o elevate, sono compulsivi e meticolosi, di intelligenza
medio-alta, con standard elevati per la propria realizzazione.
Nell'anoressia nervosa è facile non riuscire a riconoscere la gravità del basso peso corporeo e
dell'alimentazione restrittiva.
I pazienti possono sembrare in salute e presentare nessuna o poche anomalie negli esami del sangue.
La chiave per diagnosticare correttamente l'anoressia nervosa è quella di identificare
gli sforzi continui da parte del paziente per evitare l'aumento di peso e la sua forte paura
dell'obesità che non si riduce anche dopo che esso abbia effettivamente perso peso.
Il trattamento di questa patologia prevede principalmente:
Il trattamento dell'anoressia nervosa viene complicato dalla repulsione del soggetto per l'aumento di peso e dal negare la malattia. La psicoterapeuta deve quindi cercare di stabilire una relazione serena e stabile, mentre incoraggia in maniera decisa un ragionevole apporto calorico.
La bulimia nervosa si evidenzia con episodi frequenti di abbuffate eccessive, seguite poi da forme di
eliminazione inappropriata, come purghe, lassativi, vomito autoindotto, digiuno, esercizio fisico
eccessivo.
A differenza dell'anoressia nervosa, i pazienti affetti da bulimia hanno un peso normale
o sono sovrappeso.
Anche in questa patologia c'è una prevalenza di donne giovani (1,6% di donne e 0,5% di uomini in
giovane età vengono colpiti da bulimia nervosa).
I pazienti con bulimia nervosa in genere mostrano maggiore consapevolezza, sensi di colpa o
rimorsi per i loro comportamenti rispetto a quelli con anoressia nervosa e sono più propensi a riconoscere
i loro problemi quando interrogati da uno psicoterapeuta.
Sono inoltre meno socialmente isolati e più inclini a comportamenti impulsivi, come l'abuso di alcol e altre
sostanze. Questi pazienti sono quindi più portati a stati di depressione e disturbi d'ansia.
Il disturbo da alimentazione incontrollata è caratterizzato da ricorrenti abbuffate di cibo senza
riuscire a controllarle.
Al contrario dei precedenti, non è seguito da comportamenti compensatori non adeguati,
come l'uso di lassativi o vomito autoindotto.
Questo disturbo coinvolge circa il 3,5% delle donne e il 2% degli uomini durante la loro vita. A
differenza della bulimia, coinvolge maggiormente individui sovrappeso e contribuisce all'aumento
dell'apporto calorico.
Inoltre, le persone con disturbo da alimentazione incontrollata, al contrario
di quelle con anoressia e bulimia nervose, sono più anziane e più frequentemente maschi.
In genere il disturbo da alimentazione incontrollata viene diagnosticato dai seguenti eventi:
Il trattamento più studiato e meglio supportato per questo tipo di disturbo è il
trattamento psicotrapeutico, che da luogo a tassi di remissione maggiori
del 60%, con ottimo mantenimento nel lungo termine.
Tale trattamento non comporta però una significativa perdita di peso nei pazienti obesi.
Il trattamento farmacologico (in genere inibitori della ricaptazione della serotonina) è da tenere in considerazione, ma ha un'efficacia solo a breve termine nella diminuzione delle abbuffate, mentre nel lungo termine non sono noti gli eventuali benefici.
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