Disturbi Alimentari

 

Disturbi Alimentari

I disturbi dell'alimentazione più diffusi sono:

  • Anoressia nervosa
  • Bulimia nervosa
  • Disturbo da alimentazione incontrollata

Anoressia Nervosa

L'anoressia nervosa si manifesta con un'assidua ricerca della magrezza e con un timore maniacale dell'obesità. Questo porta ad una percezione della propria immagine corporea distorta e una restrizione del cibo ingerito che portano a una significativa perdita di peso.

L'anoressia nervosa nella maggior parte dei casi si verifica in donne giovani. Tipicamente insorge durante l'adolescenza e raramente dopo i 40 anni.
Negli ultimi anni si è verificato un aumento dei casi anche nelle altre tipologie di persone, soprattutto nei soggetti maschili.

 

Vengono classificate due tipologie di anoressia nervosa:

  1. Tipologia restrittiva: viene limitata l'assunzione di cibo, ma non vengono messe in atto abbuffate e successive eliminazioni. Spesso viene eseguita attività fisica eccessiva con l'unico scopo di perdere peso.
  2. Tipologia con abbuffate/condotte di eliminazione: i pazienti si riempiono di cibo con regolarità per poi provocare il vomito e/o abusare di farmaci come lassativi e diuretici. Le quantità di cibo sono sempre maggiori del fabbisogno personale, con conseguente perdita di controllo, cioè incapacità di smettere.

Le cause mediche dell'anoressia nervosa non sono molto conosciute.
Oltre al sesso femminile e alla giovane età non sono mai stati identificati molti altri fattori di rischio.
In genere nell'occidente l'obesità è considerata esteticamente svalutante e dannosa per la salute. Probabilmente poi vengono coinvolti fattori sociali e soprattutto familiari. Tanti pazienti appartengono a classi socioeconomiche medie o elevate, sono compulsivi e meticolosi, di intelligenza medio-alta, con standard elevati per la propria realizzazione.

 

Diagnosi e Trattamento dell'Anoressia Nervosa

Nell'anoressia nervosa è facile non riuscire a riconoscere la gravità del basso peso corporeo e dell'alimentazione restrittiva.
I pazienti possono sembrare in salute e presentare nessuna o poche anomalie negli esami del sangue. La chiave per diagnosticare correttamente l'anoressia nervosa è quella di identificare gli sforzi continui da parte del paziente per evitare l'aumento di peso e la sua forte paura dell'obesità che non si riduce anche dopo che esso abbia effettivamente perso peso.

Il trattamento di questa patologia prevede principalmente:

  • Psicoterapia.
  • Integrazione nutrizionale.
  • Trattamento su base familiare, per adolescenti e giovani.

Il trattamento dell'anoressia nervosa viene complicato dalla repulsione del soggetto per l'aumento di peso e dal negare la malattia. La psicoterapeuta deve quindi cercare di stabilire una relazione serena e stabile, mentre incoraggia in maniera decisa un ragionevole apporto calorico.

 

Bulimia Nervosa

La bulimia nervosa si evidenzia con episodi frequenti di abbuffate eccessive, seguite poi da forme di eliminazione inappropriata, come purghe, lassativi, vomito autoindotto, digiuno, esercizio fisico eccessivo.
A differenza dell'anoressia nervosa, i pazienti affetti da bulimia hanno un peso normale o sono sovrappeso.

Anche in questa patologia c'è una prevalenza di donne giovani (1,6% di donne e 0,5% di uomini in giovane età vengono colpiti da bulimia nervosa).
I pazienti con bulimia nervosa in genere mostrano maggiore consapevolezza, sensi di colpa o rimorsi per i loro comportamenti rispetto a quelli con anoressia nervosa e sono più propensi a riconoscere i loro problemi quando interrogati da uno psicoterapeuta.
Sono inoltre meno socialmente isolati e più inclini a comportamenti impulsivi, come l'abuso di alcol e altre sostanze. Questi pazienti sono quindi più portati a stati di depressione e disturbi d'ansia.

 

Trattamento della Bulimia Nervosa

  • Trattamento psicoterapeutico: è il trattamento più seguito per la bulimia nervosa. Consiste in una serie di sedute programmate. Lo scopo di queste sedute è:
    • Diminuire la preoccupazione eccessiva per peso e forma del proprio corpo.
    • Far crescere la motivazione al cambiamento.
    • Sostituire l'alimentazione sbagliata con uno schema flessibile e corretto.
    • Prevenire eventuali ritorni della patologia.
    Il trattamento psicoterapeutico ha buoni risultati: elimina il problema nel 30-50% dei pazienti, ma nella maggioranza vengono riscontrati miglioramenti, solitamente ben mantenuti nel lungo termine.

 

Disturbo da alimentazione incontrollata

Disturbo da alimentazione incontrollata

Il disturbo da alimentazione incontrollata è caratterizzato da ricorrenti abbuffate di cibo senza riuscire a controllarle.
Al contrario dei precedenti, non è seguito da comportamenti compensatori non adeguati, come l'uso di lassativi o vomito autoindotto.

Questo disturbo coinvolge circa il 3,5% delle donne e il 2% degli uomini durante la loro vita. A differenza della bulimia, coinvolge maggiormente individui sovrappeso e contribuisce all'aumento dell'apporto calorico.
Inoltre, le persone con disturbo da alimentazione incontrollata, al contrario di quelle con anoressia e bulimia nervose, sono più anziane e più frequentemente maschi.

 

Diagnosi e Trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata.

In genere il disturbo da alimentazione incontrollata viene diagnosticato dai seguenti eventi:

  • Mancanza di controllo sul mangiare.
  • Non c'è un eccesso di cibo costante, ma l'abbuffarsi si verifica in episodi.
  • Mangiare grosse quantità di cibo pur non avendo fame.
  • Mangiare molto più rapidamente del normale.
  • Essere imbarazzati, e quindi mangiare da soli.
  • Non fermarsi fino a che non si è dolorosamente pieni.
  • Sentirsi in colpa con se stessi, disgustati e depressi dopo aver mangiato.

Il trattamento più studiato e meglio supportato per questo tipo di disturbo è il trattamento psicotrapeutico, che da luogo a tassi di remissione maggiori del 60%, con ottimo mantenimento nel lungo termine.
Tale trattamento non comporta però una significativa perdita di peso nei pazienti obesi.

Il trattamento farmacologico (in genere inibitori della ricaptazione della serotonina) è da tenere in considerazione, ma ha un'efficacia solo a breve termine nella diminuzione delle abbuffate, mentre nel lungo termine non sono noti gli eventuali benefici.

 

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Dott.ssa Maria Sorbello

 


Psicoterapeuta e Psicologa Clinica

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